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Nel mese di Maggio 1961, in un servizio giornalistico dal titolo “Lusinghieri risultati a San Ferdinando di Puglia, nel campo della coltivazione delle primizie ortive”, a firma di Enzo Bafunno (“Il Tempo” del 18/05/1961), venivano annunciati i lusinghieri successi raggiunti presso la Scuola di Avviamento di Trinitapoli, messi a punto dal prof. Felice D’Introno. Si era riusciti a far maturare dei prodotti molti mesi prima che si concludesse il ciclo stagionale. Tra le ortive sperimentazioni c’era anche il carciofo.

“Questo metodo-scriveva il cronista-costruirà nel sud, un incentivo all’estendersi dell’agricoltura specializzata con la fornitura anticipata di alcuni prodotti rispetto al calendario normale di maturazione, a costi economici relativamente bassi con benefici per la produzione e per il consumatore”.

A pochi mesi dalla pubblicazione di questi risultati, il prof. D’Introno si fa promotore di una “Sagra del carciofo”, convinto della necessità e dell’opportunità di sollecitare gli agricoltori locali alla coltivazione di prodotti fruori stagione, avvalendosi delle conoscenze pedologiche e climatiche della zona.

Proprio a San Ferdinando di Puglia e nella vicina Trinitapoli, la coltivazione del carciofo ha assunto un carattere di assoluta primizia in un confronto tra i luoghi di produzione del bacino mediterraneo, occupando un posto eccezionale nell’economia agricola della Valle dell’Ofanto. Il merito del “prodigio” della produzione fuori stagione va alla natura dei terreni e al clima mite.

La prima “Sagra del carciofo” viene organizzata il 25 e 26 Novembre 1961, con il patrocinio del Comune di san Ferdinando di Puglia e con l’apporto intraprendente di Enzo Bafunno, convinto assertore delle idee del prof. D’Introno. All’iniziativa aderiscono tecnici qialificati, personalità politiche del Mezzogiorno, vari Consorzi agrari, nonchè lo stesso Ministero dell’Agricoltura e quello per il Commercio Estero.

Alla “Sagra del carciofo” viene aggiunto l’aggettivo “mediterraneo” ed il prof. D’Introno ne spiega le motivazioni: “Il carciofo di questa zona viene presentato come primizia assoluta in Italia e nei paesi del bacino del Mediterraneo”.

Negli anni successivi, sulla manifestazione agricola sanferdinandese puntano gli interessi di paesi del bacino mediterraneo, come il Marocco, la Spagna, la Francia, la lugoslavia, la Siria, Cipro, Malta e la Germania, interessati ai prodotti ortivi della zona.

La “Sagra” coincide con gli anni del boom economico della Valle dell’Ofanto, tanto che il carciofo viene ribattezzato come lo “zio d’America” delle nostre colture.

La denominazione di “Sagra nazionale del carciofo mediterraneo” viene mantenuta fino al 1969, quando il Comitato organizzatore avverte che contrasti politici locali fanno registrare, da qualche anno, l’assenza alla manifestazione del potere politico. C’è chi vuole lo “svilimento” della Sagra nel suo principio ispiratore.

L’anno successivo – X edizione del 1970 – Enzo Bafunno, che di fatto guida ormai da un decennio l’organizzazione dell manifestazine, ridisegna un nuovo volto alla Sagra. Diventa “Fiera-Mercato del carciofo mediterraneo e del prodotto ortofruitticolo”. La manifestazione si arricchisce di un momento culturale quale il “Premio nazionale del Carciofo d’oro”, da assegnare a tutte le personalità che nel campo della impreditoria, della politica, dell’economia, del giornalismo, dell cultura, dello spettacolo e dello sport, si siano contraddistinte per il loro impegno meriodinalistico.

Nel 1983 – XXIII edizione – la manifestazione riceve il riconoscimento dell’inserimento nel calendario nazionale delle manifestazioni agricole specializzate. E’ ulteriore contributo alla crescita della manifestaione che mira comunque all’acquisizione di un’area espositiva più vasta e al riconoscimento del Comitato organizzatore in “Ente Fiera”, riconoscimento che la Regione Puglia negherà alla Fiera sanferdinandese.

Gli anni ’80 e ’90 registrano umori differenti; sono anni caratterizzati – sostengono gli organizzatoir – da lotte di campanile, incomprensioni ed indifferenza da parte di organismi che avrebbero dobuto essere principali sostenitori della manifestazione agricola. Anni contraddistinti da soddisfazioni e delusioni, amarezze e sacrifici volutamente trascurati, sopportati a “testa alta” con la consapevolezza di essere nel giusto e di lavorare concretamente per un comparto vitale del Tavoliere meridionale e della Puglia in genere.

Il 29 Settembre 1994, improvvisamente viene a mancare Enzo Bafunno. Nel Comitato organizzatore c’è un periodo di sbandamento; c’è quasi la certezza che la manifestazione agricola debba essere cancelata per sempre. L’opera persuasiva degli Amministratori locali convincono gli esponenti del Comitato a continuare nel lavoro consolidato e indicato da Enzo Bafunno. La manifestazione, però, ha perso ormai “l’animatore di sempre”, che la riempiva di dinamismo, di perseverantza e di tanta collaborazione.

Il 2000 (XL Edizione, l’ultima organizzata dal Comitato) segna la conclusione dell’esperienza iniziata nel lontano 1961 dal compianto Enzo Bafunno.

Il 28 marzo 2001 il Presidente del Comitato organizzatore rimette l’intera organizzazione della manifestazione alle decisioni del Consiglio comunale che il 6 settembre 2001 delibera di rilevare dal Comitato organizzatore l’organizzazione e l’alestimento della Fiera, assicurando annualmente la buona riuscita della manifestazione ed il ruolo promotore dei prodotti locali nel rispetto delle finalità proprie della “Fiera nazionale del Carciofo mediterraneo e del prodotto ortofrutticolo”, divenuta ormai un evento fieristico di rilevante importanza sotto l’aspetto econoico e sociale in ambito regionale e nazionale.